Teatro

Giorgio Albertazzi, una vita con Shakespeare (e non solo)

Giorgio Albertazzi
Giorgio Albertazzi © Teatro.it

"Non ho mai avuto sogni nel cassetto. Ho dei progetti e faccio quello che mi piace." Una chiacchierata con il Maestro, tra una prova e l'altra del suo spettacolo.

Quando ha debuttato sul palcoscenico, nel Troilo e Cressida firmato da Luchino Visconti, mio padre aveva solo un anno. Ora, a distanza di 65 anni, io, trentenne, dalle neanche tanto limpide speranze, mi trovo a parlare al telefono con Giorgio Albertazzi, uno dei pochi Maestri del Teatro italiano che abbiamo ancora la fortuna di poter vedere su un palcoscenico.

Il Maestro acconsente a questa chiacchierata durante a una pausa delle prove de Il Mercante di Venezia di Shakespeare, che attualmente sta girando l’Italia in tournée stiva e il  3 agosto chiuderà gli appuntamenti del Festival del Vittoriale di Gardone Riviera.
 

Curioso e stimolante il rapporto di Albertazzi con Shakespeare. Memorabile la sua interpretazione di Amleto, per la regia di Franco Zeffirelli, in cartellone nel 1964 (anno delle celebrazioni shakespeariane) per due mesi all’Old Vic di Londra; in questo ulteriore anno shakespeariano, sul palco veste i panni del mercante ebreo Shylock: “un uomo tradito, dai cristiani e dalla stessa figlia, che fugge per amore”, precisa Albertazzi. “Nel nostro allestimento, i cristiani certo non fanno una bella figura… Tuttavia il patto della libbra di carne è un gioco che Shylock fa con Antonio, uno di quei giochi che spesso in Shakespeare degenerano".

Maestro, dopo 65 anni sul palcoscenico cosa vorrebbe ancora fare?
Non ho mai avuto sogni nel cassetto. Ho dei progetti e faccio quello che mi piace. Nel 2015 sarò ancora una volta Re Lear, dopo averlo portato sul palcoscenico già almeno quattro volte. Smetto di fare un personaggio quando non ha più niente da dire. Evidentemente Re Lear qualcosa da dire ancora ce l’ha... E riprenderemo anche le Lezioni americane di Calvino.

In Italia parecchi teatri vivono situazioni difficili. Come vede le cose?
A Roma stiamo cercando di riaprire il Teatro delle Arti, che è il palcoscenico dove ha debuttato Anna Proclemer, e che speriamo le venga intitolato. Sul resto c’è poco da dire, alcuni stanno facendo, come privati, quello che dovrebbe fare lo Stato.

Il Maestro ritorna alle prove del suo Mercante, con l'energia di sempre e lascia la parola alla giovane attrice sassarese Stefania Masala, che nella pièce interpreta la giovane e ricca Porzia. Prima di dedicarsi al palcoscenico, nel suo curriculum troviamo un diploma in chitarra classica al Conservatorio e una laurea in Drammaturgia musicale al D.A.M.S. di Bologna.

Mi parli del personaggio che interpreta ormai da qualche mese:
Porzia è una donna lucida e razionale che, durante lo spettacolo, compie una sorta di percorso di formazione per amore di Bassanio. Infatti, pur essendo ricca, invece di pagare un buon avvocato, sotto mentite spoglie, si reca lei in tribunale per difendere Antonio, amico dell'uomo che ama. Ma si dovrà anche fare i conti col fatto che Lorenzo tiene più all'amico che a lei, sua moglie.
 

E se Shakespeare fa pronunciare al suo Mercante la celebre frase: "Possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi", viene spontaneo chiedersi (considerando anche l'importanza del Bardo nella vita professionale del Maestro), "perchè il passato dovrebbe chiudere con Albertazzi?"

Parlando di novità, Teatro.it è in grado di anticipare che il Maestro è in trattativa per un progetto televisivo destinato a Raiuno, di cui per il momento non si conoscono ancora tutti i dettagli.